L’imposta di registro negli atti giudiziari

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Nel corso di un processo civile o penale vengono prodotti una serie di documenti, quali sentenze dei giudizi. Questi documenti devono essere prima registrati e tassati e successivamente possono essere utilizzati per attuare successivi provvedimenti.

L’imposta di registro è una tassa indiretta che appesantisce sul trasferimento di ricchezza che avviene in base a quanto stabilito in un processo e consiste in un’entrata fiscale a favore dello Stato.

La registrazione viene eseguita presso l’Agenzia delle Entrate e corrispondendo l’imposta di registro sugli atti giudiziari, dove l’importo effettivo varia in base al valore della causa.

Gli atti giudiziari sono un insieme di documenti che vengono prodotti attraverso i processi civili, penali e amministrativi. I documenti possono essere classificati come notifiche di sentenze, convocazioni delle parti a giudizio, decreti e ordinanze.

Specifici atti, come ad esempio sentenze, ordinanze, citazioni, precetti o intimazioni a testimoni, devono essere obbligatoriamente registrati per poter essere menzionati o rilasciati per altri provvedimenti. Spesso, i provvedimenti vengono inviati al domicilio delle parti interessate per essere notificati e nel caso di un avviso di giacenza, è possibile riconoscerlo dal codice identificativo 787.

Come specificato nell’introduzione, per poter utilizzare questi documenti devono essere registrati e quindi tassati. La cancelleria del Tribunale ha il compito di trasferire gli atti all’Agenzia delle Entrate dove procedono con la tassazione e poi inviano la comunicazione alle parti in causa per il pagamento di tale imposta. Quest’ultimi devono effettuare il pagamento entro 60 giorni.

Senza la registrazione decade la funzione probatoria, ossia la prova dell’esistenza di una determinata sentenza o documento e solitamente il pagamento viene sostenuto dalla parte vincitrice del processo, in quanto ha pieno interesse nel rendere operativi gli effetti di un determinato atto. La tassazione, però, colpisce le parti in modo solidale, senza distinzione tra parte vincente o vinta. Infatti, l’Agenzia delle Entrate ha l’interesse di ricevere il pagamento, senza occuparsi di chi ha effettuato il pagamento.

In merito all’importo, non risulta esserci una cifra prestabilita da corrispondere, ma dipende dal valore della causa.

Ad esempio, alcune aliquote imposte per la registrazione di una sentenza sono:

  • 3% del valore definito per una condanna di pagamento di determinate somme;
  • 1% del valore per accertamento di diritti patrimoniali;
  • 168 euro per annullamento di un atto, sentenze che non dispongono trasferimento, condanna o accertamento su diritti patrimoniali;
  • in relazione al trasferimento di diritti reali su beni immobili:
    • se è soggetto ad IVA si applica imposta di registro in misura fissa di 200 euro;
    • se non è soggetto ad IVA è previsto un 2% per la prima casa, 9% su altre tipologie, 12% su terreni agricoli.

In alternativa, per poter conoscere esattamente l’aliquota da corrispondere e il relativo codice tributo è sufficiente seguire determinati passi:

  • collegarsi al sito web dell’Agenzia delle Entrate;
  • entrare nella sezione “servizi online”;
  • selezionare la voce relativa alla tassazione e all’imposta di registro di atti giudiziari, nella sezione relativa ai pagamenti;
  • cliccare su “accedi al servizio”, non è necessario inserire dati di accesso;
  • selezionare l’ufficio di competenza;
  • inserire gli estremi del provvedimento.

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