La principale sfida per ogni imprenditore è quella di assicurare la continuità del family business

Si definisce impresa familiare quella in cui il proprietario dominante è una famiglia, con una concezione intergenerazionale dell’impresa stessa (May, Ingelfinger 2015) ed ha le seguenti caratteristiche:

  • la famiglia deve avere una posizione di proprietà dominante
  • la posizione di proprietaria dominante deve essere fatta propria dalla famiglia
  • il concetto di impresa comprende più generazioni di proprietari, è cioè intergenerazionale.

La principale sfida per ogni imprenditore è quella di assicurare la continuità del family business, sia il futuro della famiglia che dell’impresa. Per assicurare il rinnovamento delle aziende a controllo familiare è necessario che il mutamento generazionale dei proprietari deve essere adeguatamente programmato e pensato. Allo stesso tempo è necessario predisporre un sistema di controllo per monitorare lo sviluppo dell’azienda, prevenire i rischi e rilevare eventuali segni di crisi.

​Fondamentale e rilevante per l’impresa sarà quello di adottare un assetto organizzativo basato su una solida struttura di corporate governance e sull’analisi degli indici di allerta e dei rischi, dei flussi di cassa e della situazione debitoria.

Con il nuovo codice della Crisi e dell’insolvenza vengono definiti gli strumenti di allerta della crisi d’impresa quali gli oneri di segnalazione che unitamente agli obblighi organizzativi posti a carico dell’imprenditore concorrono al perseguimento dell’obiettivo di una precoce rilevazione della crisi dell’impresa, in vista della tempestiva adozione delle misure idonee a superarla o regolarla.

Gli strumenti di allerta trovano applicazione, da un punto di vista soggettivo, per i debitori che svolgono attività imprenditoriale.

Gli strumenti di allerta sono dunque destinati sia agli imprenditori individuali che agli imprenditori collettivi.

Il nuovo codice della crisi d’impresa introduce il principio generale prescritto dall’art. 3 di responsabilizzazione dei debitori.

L’imprenditore individuale deve infatti attivarsi nell’adottare quelle misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi ed assumere, senza indugio, le iniziative necessarie a farvi fronte. L’imprenditore collettivo deve, analogamente, adottare un assetto organizzativo adeguato ex art. 2086 c.c., ai fini della tempestiva rilevazione dello stato di crisi e dell’assunzione di idonee iniziative.

Secondo quanto previsto dall’art. 2086 c.c. nel testo integrato dalla riforma, l’imprenditore, che opera in forma societaria o collettiva, ha il dovere di:

  • istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale;
  • attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale;

Sono pertanto destinatari degli strumenti di allerta:

  • gli imprenditori individuali;
  • gli imprenditori collettivi;
  • le imprese agricole;
  • le imprese minori;
  • le imprese soggette a liquidazione amministrativa;​

Per ciò che riguarda il family business, la corretta responsabilizzazione e l’adozione di un corretto e funzionale assetto organizzativo, agevola la pianificazione a lungo termine. Questo, permette di identificare in modo ponderato i successori dell’imprenditore, valutare le possibili varianti e le aspettative di tutti i membri della famiglia, assicurare le fonti di finanziamento per gestire la transizione e verificare con attenzione insieme ad un advisory team specializzato le condizioni legali e fiscali.

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