Data Pro Quo, primo distributore automatico dove i prodotti sono pagati coi dati dei clienti

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L’utilizzo costante di smartphone, di internet sia per comunicare sia per reperire informazioni, acquistare prodotti e servizi ha cambiato radicalmente la società in cui viviamo e le nostre abitudini quotidiane.

Ogni nostra azione virtuale ha come conseguenza quella di lasciare innumerevoli tracce delle nostre attività e generiamo un’enorme quantità di dati e di informazioni; spesso siamo noi i primi a diffondere ciò che ci piace, ciò che abbiamo acquistato o che desideriamo, comunicando, più o meno inconsciamente, come impieghiamo le nostre giornate, la nostra salute, le nostre abitudini nell’ambito affettivo e le nostre idee.

Con il Distributore Data Pro Quo siamo di fronte al conio di una nuova moneta: i nostri dati personali.

Quante volte si sente parlare dell’importanza (economica dei nostri dati personali)!

E quante volte ci siamo sentiti dire che le nostre informazioni sono il futuro petrolio.

Da sempre, infatti, si sostiene il valore, monetizzabile, del conferire i nostri dati personali ad un’azienda, una piattaforma web, per non parlare dei social network e dei servizi, apparentemente gratuiti, come Facebook o Whatsapp, i quali sfruttano tutte le nostre informazioni fornite in occasione dell’utilizzo del servizio al fine di ricavarne un profitto.

Ebbene si.. perché quando usufruiamo di un servizio senza pagare, di solito, il prezzo siamo noi utenti che mediante la compilazione di contact form e di schede anagrafiche presenti sul web non facciamo altro che consentire a quel titolare del trattamento di poter accedere a tutta una serie di informazioni che ci riguardano e che magari sono anche oggetto di profilazione, con finalità di marketing più o meno diretto.

Tutto quanto premesso, oggi, è diventato realtà.

 A maggio 2021, Shackleton, l’agenzia spagnola in collaborazione con il team di innovazione di Accenture Interactive, con il Kenai Workshop, per quanto riguarda la costruzione della macchinetta, e con Evoca Group, azienda multinazionale leader nel settore dei distributori automatici, lo ha effettivamente messo in pratica mediante il sistema Data Pro Quo, ossia del primo distributore automatico che permette di acquistare acqua, merendine, bevande e altri prodotti, classificati in base ad una fascia di prezzo, utilizzando i nostri dati personali.

Proprio così; per esempio, si può comprare una bottiglietta di acqua inserendo il proprio indirizzo mail oppure rispondendo a quesiti circa il nostro umore, comportamento, il nostro lavoro a seconda del ruolo aziendale ricoperto o cedendo le nostre foto o le nostre conservazioni Whatsapp.

Come funziona in concreto? il consumatore, a fronte l’esigenza di comprare alimenti e bevande mediante un distributore automatico non ha la possibilità di inserire il denaro ma deve utilizzare un display sul quale, appunto, inserire i dati personali richiesti oppure rispondendo a delle domande riguardanti il proprio status o a veri e propri questionari su determinati argomenti, al fine di carpire abitudini e comportamenti dell’utente interessato all’acquisto.

Data Pro Quo è stato il susseguirsi di un precedente esperimento sotto il profilo della monetizzazione dei dati personali al posto dell’utilizzo del denaro fisico.

Già nel 2017, la società Kaspersky Lab ha inventato il primo Data Dollar Store a Londra. Questo progetto fa parte di un esperimento portato avanti dalla società per la protezione dei dati personali, dove è possibile fare acquisti utilizzando i prorio dati personali all’interno di uno store in cui i prodotti in vendita non si acquistano con nessuna somma di denaro ma fornendo dati personali.

Interessanti le interveniste a Pablo Alzugaray, CEO di Shackleton, il quale ha dichiarato che: “Parlare di innovazione e valore dei dati va bene, ma Data Pro Quo sta, ancora una volta, comunicando con i fatti“ e Carmen López Muñoz, amministratore delegato di Accenture Interactive, secondo cui: “L’esperienza è il nuovo campo di gioco, che richiede design e creatività, ma anche strategia aziendale, tecnologia e dati. L’uso dei dati è fondamentale nel processo decisionale. Dobbiamo passare a un modello più intelligente sia per le operazioni che per i processi”.

Eleonora Mataloni

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